Conoscere e affrontare i disturbi indotti dalla radioterapia

Nell’ambito della patologia neoplastica femminile, la mammella e l’utero sono le localizzazioni più comuni, rispettivamente al primo e al terzo posto in ordine di frequenza. Tra le strategie di trattamento, che devono essere naturalmente valutate e pianificate in relazione alla natura e all’estensione del tumore, la radioterapia viene spesso impiegata sia con intento curativo o radicale, cioè mirato a eliminare le cellule neoplastiche, sia prima (neoadiuvante), durante (intraoperatoria) o dopo (adiuvante) un intervento chirurgico. Malgrado la non invasività, però, la radioterapia può comportare effetti indesiderati e disagi tali da influenzare la qualità di vita, la quotidianità e il benessere intimo della donna. Per questa ragione oggi è quanto mai raccomandato un approccio multidisciplinare e integrato: oltre all’individuazione della terapia più adeguata, valutata da un’équipe di esperti (radioterapista, oncologo, chirurgo), viene dedicata particolare attenzione al supporto psicologico e alla promozione di abitudini corrette, che possono contribuire ad alleviare l’impatto della terapia.

Le implicazioni della radioterapia
Le radiazioni, com’è noto, provocano danni irreversibili al patrimonio genetico delle cellule cancerose, impedendone la moltiplicazione e determinandone la morte. Questo effetto, però, nonostante la maggiore precisione delle strumentazioni attuali, intacca anche i tessuti sani vicini al tumore. A seconda delle caratteristiche di quest’ultimo (sede, dimensioni, conformazione) e della diversa sensibilità della singola donna, gli effetti collaterali possono risultare perciò di entità differente, come pure tendere a manifestarsi precocemente (durante il ciclo di radioterapia o poco dopo) o tardivamente (a distanza di mesi o anni). In generale gli effetti acuti possono essere sistemici, e cioè interessare l’intero organismo (per esempio stanchezza, malessere) oppure localizzati all’area irradiata (diarrea, crampi e gonfiore addominale, fastidio e bruciore alla minzione, irritazione cutanea o alle mucose genitali). Gli effetti tardivi portano spesso a cambiamenti più persistenti delle abitudini intestinali e/o urinarie e a ripercussioni sui rapporti sessuali a causa di secchezza e riduzione dell’elasticità dei tessuti vaginali.

Consigli partici per tutti i giorni

Gli effetti collaterali della radioterapia sono spesso limitati e si risolvono nell’arco di giorni o settimane dopo il completamento del ciclo di trattamento. L’adozione di qualche accorgimento pratico può in ogni caso tornare utile:
• I disturbi urinari: possono essere alleviati bevendo molta acqua, almeno 1,5-2 litri al giorno. È opportuno invece evitare il consumo di caffè, succhi di frutta contenenti acidi e zuccheri che possono avere un effetto irritante sulla vescica aumentando bruciori e lo stato infiammatorio. È sempre opportuno parlarne con il medico di riferimento che, se necessario, potrà prescrivere dei farmaci mirati e analisi periodiche delle urine per escludere possibili infezioni in atto.
• Le alterazioni dell’alvo: per favorire la motilità intestinale, è importante seguire una dieta povera di grassi saturi e con adeguato apporto di acqua e fibre, cercar di mantenere abitudini regolari (orario dei pasti e delle evacuazioni), praticare attività motoria e, se necessario, ricorrere a supposte o clisteri di glicerina o altri farmaci indicati dal radioterapista oncologo.
• Impatto sui rapporti sessuali: la radioterapia induce spesso alterazioni e disturbi assimilabili a quelli tipici dell’età menopausale o, qualora già presenti, ne favorisce il peggioramento. A prescindere da eventuali terapie farmacologiche specifiche che il ginecologo ritenga opportune, va ricordata l’importanza del ricorso a idratanti vaginali: l’acido ialuronico è un componente in tal senso molto apprezzato per contrastare la secchezza e i disturbi ad essa associati.
• Cura della pelle: soprattutto nell’area trattata è opportuno detergere la pelle con acqua tiepida e sapone neutro ed evitare l’esposizione al sole, valutando preventivamente con il radioterapista l’opportunità di impiego di eventuali preparati.

L’uso di terapie mirate, locali e sistemiche, un approccio multidisciplinare e la modificazione delle abitudini, possono contribuire a mitigare gli effetti indesiderati della radioterapia e a migliorare la qualità di vita.

Bibliografia
• Sessualità e cancro. Associazione Italiana Malati di cancro (AIMaC)
• Li Y, D’Addario J, Tymon-Rosario J et al. Benefits of a Multidisciplinary Women’s Sexual Health Clinic in the Management of Sexual and Menopausal Symptoms After Pelvic Radiotherapy. Am J Clin Oncol. 2021 Apr 1;44(4):143-149

Dott.ssa Rossella Ledda

Medico Chirurgo

Specialista in Ginecologia e Ostetricia

Medico abilitato D.E.U.

Formazione specifica in Medicina Generale