Lavoro e menopausa, menopausa e lavoro: un rapporto bidirezionale

La menopausa coincide con il termine della fertilità ed è caratterizzata da un’importante modificazione Scarsa concentrazione, calo della memoria, perdita di fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità, affaticabilità ed esauribilità: sono alcune delle sensazioni psicoemotive spesso riportate dalle donne in menopausa, a partire dai 45 anni con l’inizio del climaterio fino alla post-menopausa, oltre i 65 anni. Disturbi che, sommati ai malesseri fisici, come scarsa durata e qualità del riposo notturno, irritabilità, sbalzi d’umore, cefalee e dolori muscolo-articolari possono incidere negativamente anche sulle performance e sul rendimento lavorativo, con “insoddisfazione” della donna e della sua azienda che, anziché favorire, talvolta non mostra sensibilità e volontà nel supportare in maniera efficace le proprie dipendenti in questa fase delicata della loro vita.

Quando la menopausa si scontra con il lavoro
Un problema di salute, più o meno serio, può rappresentare un ostacolo alla realizzazione professionale, bloccando una carriera, fino a costringere a lasciare il posto di lavoro qualora la produttività non fosse più in linea con gli obiettivi e le aspettative aziendali. Anche la menopausa, per quanto si tratti di un evento fisiologico e non certamente di una malattia, sembra purtroppo non fare eccezione, con le sue potenziali ripercussioni sul lavoro della donna. Spesso dalle confessioni delle donne si percepisce una riservatezza, che può sconfinare perfino nella ritrosia e nell’imbarazzo, a parlare sul posto di lavoro delle proprie sensazioni, dei cambiamenti fisici ed emotivi legati alla menopausa o del calo produttivo. Ancor più limitante è la situazione in cui il confronto avviene con un capo uomo, magari più giovane e poco sensibile a recepire e comprendere l’ampia gamma dei risvolti psicofisici della menopausa sulla quotidianità professionale e privata della donna. Così la menopausa da normale evento fisiologico, in ambito lavorativo, può trasformarsi per la donna in un’ulteriore discriminante, amplificando ulteriormente la sua percezione di debolezza e fragilità.

Possibili modalità di approccio
Discutere e accettare la menopausa, anche in un contesto professionale, può essere impegnativo ma non insormontabile. Occorre soltanto la giusta capacità di saper cogliere le opportunità: la donna, infatti, deve trovare un nuovo equilibrio con la propria dimensione corporea e con la sfera psichica, ed è perciò fondamentale che sia posta nella condizione di scoprire di avere ancora molte potenzialità, valorizzando la propria esperienza, e di sentirsi ancora parte attiva nell’ambito professionale. Per contro, al datore di lavoro è richiesta una maggiore propensione all’ascolto e all’empatia, premesse essenziali per evitare alla donna inutili disagi e ansie, come per esempio il timore di perdere valore agli occhi dei colleghi o dei superiori. Dal punto di vista organizzativo l’azienda dovrebbe perciò predisporre un ambiente confortevole e più consono alle “nuove” esigenze femminili. Tra le molteplici richieste avanzate dalle professioniste si possono ricordare:

– La necessità di rendere più flessibile l’orario di lavoro;
– L’istituzione di programmi di promozione della salute e di educazione alla migliore gestione dei sintomi associati alla menopausa, come il controllo dei livelli di stress, la corretta dieta e la tipologia di attività fisica per favorire il benessere psicofisico ed emotivo;
– L’adeguamento di postazioni e spazi di lavoro affinchè siano più rispondenti alle necessità personali, per esempio con la possibilità di regolare temperatura e ventilazione in funzione di possibili vampate di calore.

Al di là del ritorno, anche sul piano economico e produttivo, questi accorgimenti sono quanto mai vantaggiosi per la donna, e non solo per favorire il suo benessere: è stato infatti dimostrato che donne in menopausa che lavorano e godono di una retribuzione adeguata alla propria posizione e formazione registrano una minore frequenza e intensità di disturbi menopausali rispetto a coetanee pensionate.

Un contributo collettivo
Nello scenario attuale, caratterizzato da un costante allungamento della longevità, l’attenzione alla menopausa non deve essere limitata al solo corteo di disturbi fisici, ma deve spingersi anche a garantire alle donne che lavorano le migliori condizioni per mantenere il proprio ruolo, spesso frutto di faticose conquiste. Serve quindi disponibilità all’ascolto ma soprattutto la consapevolezza collettiva del fatto che la menopausa comporta la perdita della fertilità ma non di quel patrimonio di esperienze e vissuti che rendono unica e irripetibile la vita di ciascuno e possono diventare una risorsa preziosa e insostituibile anche nel mondo professionale.

Bibliografia
– Hardy C, Griffiths A, Hunter MS. What do working menopausal women want? A qualitative investigation into women’s perspectives on employer and line manager support. Maturitas 2017, 101:37-41;
– Griffiths A, MacLennan SJ, Hassard J. Menopause and work: an electronic survey of employees’ attitudes in the UK. Maturitas 2013, 76:155-9;
– Jack G, Riack K, Bariola E et al. Menopause in the workplace: What employers should be doing. Maturitas 2016, 85:88-95.


Dott. Mario Pisani  
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia
Dirigente medico presso U.O. di Ostetricia e Ginecologia
Ospedale S. Maria della Speranza, Battipaglia