Parlare con il ginecologo: confidente o tecnico della ginecologia?

Per una corretta ed adeguata anamnesi del paziente il ginecologo ha la necessità di rivolgere ai pazienti delle domande molto personali ed intime

Perché un titolo così particolare? 

Perché, se andiamo a ben vedere, la visita ginecologica in sé occuperebbe materialmente allo specialista, che voglia essere un semplice tecnico della ginecologia, un tempo estremamente limitato. Se vogliamo essere precisi, e anche un po’ acidi, la visita ginecologica annuale in condizioni di benessere della donna si può effettuare anche in soli 10 minuti.  

Questo però renderebbe il mio lavoro, che trovo estremamente splendido e difficile al contempo, un lavoro estremamente tecnico, nel quale verrebbe esclusivamente presa in considerazione e richiesta una capacità a svolgere dei compiti, quali inserire lo speculum, effettuare un’ecografia, effettuare una palpazione del seno e qualche altra piccola cosa.  

Ebbene lavorare così sarebbe forse molto più sbrigativo e sicuramente meno faticoso per il ginecologo, che dovrebbe effettuare degli esami e consegnare un referto. Ma per fortuna nel mio lavoro, e soprattutto nella visita annuale, gli argomenti che devo approfondire sono molti.  

Molto spesso infatti devo porre domande dirette alle donne, per sapere come è in quel momento la loro qualità di vita.  

Molte patologie ginecologiche sono infatti correlate a come la donna sta in quel preciso periodo, se ha subito a forti stress, se è emotivamente stabile, se sono comparse patologie nuove, tutto questo per poter comprendere a fondo il suo stato di salute ginecologica.  

Ad esempio, in caso di infezioni ricorrenti a livello vaginale si possono molto spesso riscontrare alterazioni intestinali, diarrea o intolleranze alimentari.  

Così come in presenza di patologie che non hanno nulla a che vedere con la sfera ginecologica, in apparenza, come ad esempio il diabete o la sclerosi multipla o la sclerodermia, e si possono capire risolvere in maniera adeguata problematiche della sfera propriamente ginecologica.  

Il ruolo del ginecologo è poi quello di porre domande mirate a seconda delle fasi della vita.  

È per questo che mi trovo a chiedere alle ragazze giovani se utilizzano il preservativo durante rapporti sessuali, per poterle adeguatamente informare della trasmissione delle malattie sessuali, del rischio di gravidanza, tutelando in questo modo l’intera integrità dell’apparato ginecologico.  

Alle donne in età fertile, è bene chiedere quali siano i loro progetti riproduttivi, in modo da poter correttamente pianificare, per quanto possibile, una felice vita di coppia.  

Alle donne in menopausa chiedo spesso direttamente come vanno i rapporti sessuali e se hanno subito dei cambiamenti in termini di qualità, per poter consigliare l’utilizzo di creme adeguate per prevenire problemi futuri.  

Nelle donne in età avanzata chiedo direttamente se hanno fughe di pipì durante sforzi starnuti o colpi di tosse per valutare con loro la possibilità di esercizi pelvici o di terapie adeguate.  

Tutte queste domande, che così elencate sembrano essere scontate, devono essere tuttavia poste direttamente alle pazienti in corso di visita ginecologica, poiché se io mi soffermassi solamente sulla richiesta di una visita di controllo e non ponessi queste domande, la maggior parte delle pazienti non mi riferirebbe neanche un quinto dei problemi che vi ho sopra elencato. Il tutto quindi è su come si voglia svolgere la visita ginecologica annuale, ovvero in 10 minuti effettuando meramente la tecnica imparata oppure sfruttando tutto il tempo necessario per poter curare la donna, anche se è sana.

Dott.ssa Ilaria Dellacasa

Specialista in Ostetricia e Ginecologia