Perché la menopausa merita attenzione?

Tutte le strategie preventive e terapeutiche possibili per garantire un elevato standard qualitativo di salute post menopausa.

Il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione generale ha indotto l’aumento della aspettativa di vita media nell’ultimo secolo. Nel sesso femminile questo significa un aumento degli anni di vita in postmenopausa, oltre un terzo (circa 35 anni). Una “seconda vita” che pone la necessità di introdurre tutte le strategie preventive e terapeutiche possibili per garantire un elevato standard qualitativo di salute per un così lungo periodo.

Sebbene la menopausa sia una condizione naturale, presenta importanti manifestazioni fisiologiche derivanti da cambiamenti ormonali con conseguenze a breve e lungo termine.

I disturbi a breve termine possono includere sintomi come vampate di calore e sudorazioni notturne (sintomi vasomotori, VMS). Le condizioni croniche a lungo termine possono essere le malattie cardiovascolari (CVD), l’osteoporosi ed il deterioramento cognitivo. Sebbene inizialmente non fosse chiaro il legame tra i sintomi a breve termine e le condizioni croniche a lungo termine, sono sempre più numerose le prove che dimostrano come la VMS può rappresentare un biomarcatore per malattie croniche.  

Di qui la necessità di trattare la sindrome vasomotoria non solo come sintomo ma soprattutto come terapia preventiva per la salute.

Particolare attenzione deve essere rivolta alle donne con menopausa precoce (prima di 40 anni), le cui conseguenze a lungo termine includono effetti negativi sul sistema cognitivo, sul tono dell’umore, sulla CVD, sulle ossa e salute sessuale.

La menopausa rappresenta di per sé un fattore di rischio cardiovascolare. Questo è, in parte dovuto alla comparsa di fattori di rischio specifici che si manifestano durante la transizione menopausale. L’esaurimento della funzione ovarica determina la diminuzione, e la definitiva interruzione della produzione degli ormoni sessuali, causando il venir meno dell’effetto protettivo degli estrogeni endogeni.

In generale, la menopausa si accompagna a numerose manifestazioni cliniche: palpitazioni, disturbi del sonno, alterazioni dell’umore, incremento del peso corporeo fino all’obesità, alterazioni del trofismo cutaneo e vulvo-vaginale, alterazioni della sensibilità visiva, olfattiva e gustativa, dolori articolari ecc.

La prova più convincente del legame fra la menopausa e il rischio cardiovascolare è rappresentata dai cambiamenti del profilo lipidico in senso proaterogenico, si verifica infatti un aumento dei livelli circolanti di colesterolo totale, del colesterolo-LDL e dei trigliceridi a fronte di una stabilizzazione/diminuzione del colesterolo-HDL1.

La transizione menopausale può essere associata con altri fattori di rischio cardiovascolare come la sindrome metabolica; un insieme di fattori di rischio che includono alterazioni del metabolismo del glucosio e dell’insulina, l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia e l’obesita addominale tutti correlati ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. La carenza estrogenica determina anche una ridotta sensibilita all’insulina, con un rischio maggiore di sviluppare diabete mellito.

Pertanto in alcuni casi possono manifestarsi patologie, come, diabetepatologie tiroidee, ipertensione arteriosa, vasculopatie periferiche, patologie autoimmuni e infiammatorie sistemiche. Queste patologie ed i fattori di rischio ad esse connessi, si manifestano come conseguenza della predisposizione familiare. Perciò è molto importante che il medico valuti l’anamnesi familiare della donna nei vari ambiti medici: cardiovascolare (Storia di tromboembolismo, eventi ischemici, aterosclerosi) oncologico (tumori di mammella, ovaio e colon), neurodegenerativo (Alzheimer, Parkinson,) osseo (osteoporosi, fratture da fragilità ossea), includendo, accertamenti mirati a prevenire i tumori della mammella, ovaio e colon, l’osteoporosi, le malattie reumatiche e autoimmuni (psoriasi, artrite reumatoide, tiroidite autoimune, LES ed altre reumopatie) e metaboliche (diabete, obesità).

La caratterizzazione dello stato di salute della donna in menopausa comprende:

esami ematici (dosaggi ormonali ginecologici e tiroidei, marcatori biochimici dell’omeostasi del glucosio, profilo lipidico, e marcatori del metabolismo fosfo-calcico).

La ricerca del sangue occulto nelle feci e la mammografia (screening dopo i 50 anni) per la prevenzione della neoplasia del colon-retto e del carcinoma mammario.

Il controllo della pressione arteriosa e del peso: sono particolarmente importanti poiché rappresentano due fattori di rischio cardiometabolico ad elevata incidenza nel sesso femminile nella postmenopausa. L’ipertensione arteriosa predispone al danno vascolare ed in generale alle malattie cardiovascolari. 

I cambiamenti ormonali in perimenopausa contribuiscono in maniera sostanziale aumento dell’obesità addominale con ulteriore morbilità fisica e psicologica. Di particolare importanza è la valutazione del progressivo aumento di peso con ridistribuzione del grasso corporeo di tipo androide e l’aumento del grasso viscerale.

L’eccesso di peso non solo è associato ad un elevato rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche, ma ha un impatto negativo sulla salute con un deterioramento della qualità della vita in generale, della vita sessuale e dell’autostima.

Il sovrappeso e l’obesità sono inoltre fattori di rischio per tromboembolismo oltre che causa di malattia e di mortalità cardiovascolare.  

Inoltre il controllo del peso e della glicemia contribuisce alla prevenzione delle neoplasie dell’endometrio, cervice, vescica, colon, ovaio e, in post-menopausa, della mammella.

L’esame di riferimento per la diagnosi di osteoporosi è la densitometria ossea (collo femore e vertebre lombari), detta MOC. Sebbene sia noto che la menopausa è un fattore di rischio per osteoporosi, questo esame non è previsto come screening prima dei 60 anni se non nelle donne con fattori di rischio specifici (storia familiare di fratture osteoporotiche prima di 75aa, menopausa precoce, BMI< 19).

Non ultima per importanza è la valutazione ginecologica pelvica che deve comprendere: visita ginecologica, pap test ed ecografia trans vaginale.

Bibliografia

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Dott.ssa Silvia Maffei

UOC endocrinologia cardiovascolare e metabolismo

Responsabile Endocrinologia Cardiovascolare Ginecologica

Centro per lo studio dell’osteoporosi – Fondazione CNR-regione Toscana G. Monasterio Pisa